Dedicato alla mano dell’uomo
C’era una volta un vitigno ribelle…
Tutto nacque da una vendemmia di eccezionale qualità. Accadeva nel 1820 quando le uve dell’area di Porto furono di bontà impareggiabile così da originare una grande richiesta di quel nettare. Domanda che, negli anni successivi, potè essere soddisfatta solo attraverso l’aggiunta di acquavite al mosto in fermentazione. Ecco il Porto, un vino aromatizzato che oggi incontra la grappa morbida per eccellenza del Piemonte: quella di Moscato. Quest’ultima invecchia almeno diciotto mesi in essenze lignee pregiate terminando la stagionatura proprio in botti già usate per il Porto, donando profumi e aromi davvero interessanti.